Il giudice per le questioni familiari (JAF) - Definizione - Dizionario giuridico

(° sezione civile venti gennaio, ricorso n°, Legifrance)

La Legge n°- di dodici maggio, in materia di semplificazione e chiarificazione di legge e di alleggerimento delle procedure, modificati i poteri del Giudice per le questioni familiari (JAF), che sono attualmente definite dall'articolo L- del Codice di organizzazione giudiziaria. statua a singolo giudice di merito o in un procedimento sommario, in particolare sugli affari della divorzio e di separazione legale, le questioni relative alla fissazione di obblighi di assistenza, le questioni relative all'esercizio della potestà genitoriale, le vicende che riguardano il cambiamento di nome dei figli naturali, in caso di controversie derivanti da rapporti di proprietà tra coniugi, tra persone pacsées, o in comproprietàIl nuovo articolo L- affida il business delle conoscenze legate all'emancipazione del collegio di amministrazione e di tutela dei minori e la tutela dei reparti della nazione. Le funzioni che esercita come un giudice del procedimento sommario non sono riservati ad alcune controversie: egli sa che in caso di emergenza, tutte le misure che giustifica l'esistenza di un tipo diverso, che dovrebbe ordinare misure provvisorie di protezione o di bonifica necessarie per evitare un danno imminente o per mettere fine a un impiego di mezzi manifestamente illegale. In tutti i casi, il tribunale per la famiglia, il giudice a pronunciarsi sulle questioni che le vengono sottoposte, con particolare attenzione per il backup gli interessi dei figli minori. I giudici di appello, che hanno dimostrato di famiglia giudice che ha governato dall'ordine con le misure provvisorie, non hanno apprezzato né sugli stessi fatti, o le stesse richieste di coloro che sono stati sottoposti a queste ultime, in modo che il marito non si può affermare che in appello, è stato stabilito che il giudice può sedersi in Corte di appello per l'effetto di conoscere le rispettive rivendicazioni dei coniugi per quanto riguarda il divorzio è definitivo e la domanda di indennità compensativa fatta dalla moglie. Fare riferimento alla nota della Signora Virginie Larribau-Terneyre di riferimento nella Bibliografia qui di seguito. Come un giudice tutelare sa di salvaguardia, di giustizia, di tutela, di vigilanza dei principali e relative azioni giudiziarie relative all'esercizio del mandato per il futuro di protezione maggiore, di rivendicazioni da parte di un coniuge, quando il coniuge è stato a esprimere il suo la sua volontà, per le finalità di per essere ammessi a spendere solo un atto per il quale l'assistenza o il consenso di questi ultimi, o ai fini di essere chiamato a rappresentarla è competente anche in relazione alla presunzione di assenza.

Se non diversamente specificato, le richieste sono depositate, sentito e determinato nella Sala del consiglio.

D'altra parte, la Prima sezione della Corte di cassazione ha affermato che, qualora secondo l'articolo - del codice di procedura civile, l'applicazione al fine di ottenere il ritorno del minore, in applicazione della convenzione del venticinque ottobre, sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori, è formata, sentito e deciso in camera di consiglio, la decisione su tale richiesta non è esecutivo, come di diritto le disposizioni e la decisione di rimpatrio, che agisce non in basso, sull'esercizio della potestà genitoriale, l'articolo - del codice di procedura civile non è applicabile. Quando è investita di una domanda di protezione sulla base di articoli - e - del codice civile, la famiglia, il giudice non può ordinare che le misure, che sono tassativamente indicati nell'articolo. L'appello di un ordine di protezione emesso da un tribunale per la famiglia, il giudice, su richiesta del marito, la Corte di appello, che lo condannò a pagare i danni per aver causato l'abuso di forzato ricovero di sua moglie, ha superato i suoi poteri e violato il testo di cui sopra. (° sezione civile tredici luglio, ricorso n°, BICC no. del febbraio e Legifrance) In caso di ricorso contro una sentenza emessa dal giudice tutelare ha governato in un caso riguardante la tutela di un adulto, la formazione di una sentenza della Corte di appello, presieduta da un magistrato, che prende il nome del Delegato per la protezione degli adulti.

Questo magistrato è nominato in ogni Corte di appello, dal Primo presidente.